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Recensione dello spettacolo “Le avventure di pesce Gaetano”

a cura di Omar Manini

Ohhhh (sottovoce, nda)…

Ah-ah-ah-ah (esplosivo, fragoroso, nda)…

Quando in una sala teatrale risuonano queste esclamazioni, non servirebbe aggiungere molto altro: l’esperienza ha raggiunto l’obiettivo di parlare alle emozioni degli spettatori e di regalargli conforto e libertà di espressione.

Questi traguardi sono sicuramente tra le più belle risposte che possano esserci a teatro, ma anche tra le più difficili da conquistare.

Vania Pucci, con “Le avventure di Pesce Gaetano”, riesce a più riprese nel piccolo miracolo di pescare al di sotto dello sguardo dei ragazzi per catturare un’attenzione attiva e impressionata.

Appena scendono le luci, quelle che inizialmente sembrano inutili scatole bianche, impilate a caso, si trasformano nella proiezione fantastica dell’immaginazione.

“Le storie dormono nelle scatole e c’è bisogno di qualcuno che le svegli per farle esistere”: inizia così la narrazione della storia del piccolo Gaetano, un pesce dalla grande e bellissima coda, che vive con la mamma.

 “Chiudete gli occhi così la storia la potete anche vedere”, dice Vania. E Gaetano si palesa proprio sotto il nostro sguardo: è piccolo, ma ha un grandissimo desiderio, quello di scoprire quel mondo che sembra ben più ampio della piccola sorgente in cui passa tutte le giornate nuotando.

Un giorno, malgrado il parere contrario della mamma, decide di tuffarsi nella grande cascata; da quel momento vive numerosi incontri, a tratti inquietanti (i pesci grigi che lo scambiano per un uccello e lo respingono; l’airone e il granchio che tentano di mangiarlo; le lavandaie che vogliono pescarlo), a tratti  entusiasmanti (l’allodola che gli indica la via con una piuma “magica”; il luccio che diventa il suo miglior amico, compagno di mille giochi), e riesce a coronare il suo desiderio e raggiungere la felicità insieme a Donata, una dolcissima orata che gli fa conoscere il suo mondo marino sommerso, tra alghe e coralli.

Alla fine, Gaetano decide di restare a vivere la sua vita con i nuovi amici, ma senza dimenticarsi di salutare la mamma che gli manca; le spedisce una bellissima cartolina di una foto insieme ai suoi nuovi compari per farle capire che non deve preoccuparsi e che lei è sempre nel suo cuore. “E così vissero un po’ felici, un po’ contenti… e un po’ no, come tutti”, conclude Vania con una punta di delizioso, adulto realismo.

“Le avventure di Pesce Gaetano” è una storia che vive in un riuscitissimo miscuglio di parole, illustrazioni e realtà e che viene raccontata in modo originale e attraente; grazie a proiezioni di disegni sulla sabbia (che seguono il racconto creando pesci, paesaggi palustri, mondi subacquei) e animazioni digitali prendono vita fascinosi incroci tra forme, colori e interazioni tra il gesto umano e il mondo figurato.

Una bellissima favola di formazione che mostra come curiosità, ingegno e apertura mentale/sociale siano strumenti indispensabili e come il diritto di sognare sia uno dei motori della crescita e del cambiamento. Sempre da sostenere e accompagnare, a ogni tappa dello sviluppo.

[Le fotografie sono di Sabrina Alsido per ERT FVG]

Le avventure di pesce Gaetano

ispirato al libro “Il pesciolino nero” di Samad Behrangi
di e con Vania Pucci
disegni di sabbia dal vivo e animazioni digitali: Ines Cattabriga
luci e suoni: Saverio Bartali
operatore multimediale: Giacomo Saradini
produzione: Giallo Mare Minimal Teatro

Omar Manini ha visto Le avventure di pesce Gaetano a San Vito al Tagliamento, ma è stato presentato anche ai bambini e alle bambine di Monfalcone, Tolmezzo e Latisana.

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