A cura di Omar Manini.
Festa Finale MAT+S 2024
Il 30 maggio 2024 al Teatro comunale di Monfalcone è andato in scena Dico, parlo, racconto, lo spettacolo conclusivo del progetto MAT+S: Musica Arte Teatro + Scienza 2023.
Ve lo raccontiamo con le parole di Omar Manini e le immagini di Erika Zucchiatti
Da anni seguo il progetto MAT+S di Luisa Vermiglio per raccontarlo, esprimendo il mio punto di vista da spettatore e cogliendo a ogni stagione, indiscutibilmente, un costante miglioramento nel risultato portato in scena.
L’affetto per il mestiere, ancor prima della grandissima professionalità e della profonda esperienza della Vermiglio, è da sempre parte integrante nel DNA della curatrice e, come naturale conseguenza della sua energia positiva e propositiva, del gruppo di lavoro da lei coadiuvato. E i ragazzi? Quest’anno, come in quelli passati, hanno mostrato un meraviglioso e contagioso entusiasmo, dall’ingresso a teatro e fino all’inizio della serata, salvo poi calarsi completamente nel progetto.
Allora cos’è cambiato? Mi sono chiesto quanto questa maturazione sia, in realtà, un affinamento del mio sguardo alla sensibilità della visione e dell’ascolto sul mondo della fanciullezza che il progetto MAT+S, anno dopo anno, ha saputo propormi e contribuito a insegnarmi.
MAT+S è un’idea educativa e formativa che supera lo scoglio della didattica puntando sul coinvolgimento delle emozioni, dell’espressività, della creatività e che fa crescere con lo strumento del gioco artistico. E se Luisa Vermiglio, con un gruppo di illuminat* docenti, è una guida ineguagliabile, il teatro è il contenitore ideale e lo stimolo propulsivo di questa innovativa visione di crescita, per i ragazzi e per il pubblico.
Il progetto di quest’anno ha coinvolto sei classi della scuola primaria Duca D’Aosta di Monfalcone e, sulla scia del percorso iniziato l’anno scorso legato alle neuroscienze, ci ha proposto il tema del “linguaggio”.
Ognuna delle classi – dopo un anno fatto di incontri con scienziati, laboratori attoriali, narrativi e d’illustrazione, riflessioni – ha portato sul palco le numerose variazioni sul tema: la scoperta del suono (cantilene, filastrocche); l’evoluzione fisica, cerebrale ed espressiva dell’essere umano; il percorso di conoscenza e consapevolezza; la gestualità; l’uso e i giochi delle parole; la nascita della lingua; l’attivazione del cervello e le simbologie percettive; …
Tutte le rappresentazioni hanno avuto una bellissima coordinazione sul palco e grande compattezza, dimostrando affiatamento, responsabilizzazione del ruolo e del gruppo, serenità espressiva. Al pubblico è arrivata, con leggerezza, la sostanza di un argomento vasto e difficile; i ragazzi hanno condiviso una grandissima energia positiva, sintomo del piacere di trovarsi sul palco ed esprimersi per la platea di genitori ed educatori. Molto belle le proiezioni – di disegni fatti dai ragazzi sul tema presentato – che facevano da colorata cornice a un contesto di matura serietà, ma approcciata sempre con ironia e spunti comici, su bellissimi tappeti di divertissement linguistici e fonetici.
Chi era sul palco ha saputo sostenere il role playing attoriale con scrupolosità e compattezza; chi era seduto in platea ha potuto gustarsi la freschezza di una rappresentazione ricca di spunti intelligenti, brio compositivo ed espressivo e ha avuto il piacere di godersi – tra sorrisi, ragionamento e risate – una riuscitissima esperienza.
Una serata che ci ha raccontato qualcosa sulle neuroscienze, ma che ancora prima, attraverso il linguaggio teatrale, ci ha mostrato le grandissime potenzialità del possibile incontro di culture nato da un terreno coltivato, seguito, fertilizzato e annaffiato. L’entusiasmo delle persone presenti, soprattutto dei bambini di varie etnie, era insieme una festa di sorrisi, ricerca del pari, girotondi di sguardi, supporto vicendevole.
Cos’è la lingua se non il primo frutto – ottenuto per condivisione e contaminazione, di proposte e stimoli – per esprimere e fortificare l’unione tra gli individui? La crescita del singolo e quella collettiva?
Alberto Bevilacqua, direttore di ERT FVG, salutando i presenti ha dichiarato che “sul palco succedono cose per finta, ma fatte veramente. Che emozionano veramente”. MAT+S e Luisa Vermiglio ci dimostrano come sarebbe bello se nella realtà, così come sul palco, succedessero cose che trovano una lingua comune, fatte per creare un sano confronto tra le potenzialità di ognuno, che portano alla conoscenza e alla crescita di tutti. Ci vogliono tempo, volontà, progettualità e tanta, tantissima empatia. Qualità che Luisa Vermiglio porta al gruppo e che il “suo” gruppo regala a noi.
Grazie di cuore!