Testo a cura di Omar Manini, fotografie di Erika Zucchiatti.
ATTENTI ALLA MUSICA – IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA FORMATIVA
Il 7 ottobre 2017 presso il Teatro Verdi di Pordenone, nel corso della giornata formativa regionale del teatroescuola, ATTENTI ALLA MUSICA, ragioneremo – ancora – su cosa significa oggi prendersi cura della musica e dell’infanzia.
Anzi, no. Così il terreno di ricerca è mal definito: non crediamo che ‘musica’ e ‘infanzia’ siano due insiemi diversi che si intersecano in una qualche parte; né che la nostra attenzione, di operatori e di educatori si circoscriva a questo ipotetico spazio comune. Esiste la musica, esiste l’infanzia ed esiste, necessariamente, una relazione fra loro. Non ci occupiamo, in questo nostro ragionare, di educare alla musica l’infanzia o di avvicinare l’infanzia alla musica. Crediamo che i bambini siano perfettamente in grado di ascoltare prima che glielo si insegni, così come, da soli, imparano a camminare e a parlare. La questione interessante da indagare per noi, in questa acquisizione di competenze e strumenti “spontanea”, è l’interazione con gli adulti, interazione che interviene a diversi livelli e significativamente. Cosa vuol dire dunque prendersi cura di questa interazione? Quali interazioni con le persone adulte, l’ambiente, gli altri bambini; quali fonti, quali “oggetti”, in altre parole quali “variabili ambientali” favoriscono la relazione fra i bambini e la musica? Quali esperienze di ascolto proporre? In quali condizioni? Quali le competenze dell’educatore?
La scuola deve accontentarsi di occuparsi della tecnica strumentale e della cultura musicale? Cosa deve fare invece riguardo all’immaginario, alla personalità, al sentimento di chi suona e ascolta?
A noi che ci occupiamo di variabili ambientali per funzione in qualità di circuito artistico, considerare l’esperienza sonora come esperienza prima di tutto relazionale (con le persone, con gli spazi, con le fonti e gli oggetti, con il tempo) è un approccio congeniale e campo di riflessione fondamentale per il nostro lavoro.
Considerare il suonare e l’ascoltare musica soltanto come il compiersi di un certo numero di azioni insegnabili, educare i comportamenti senza indagare le motivazioni, significa perdere l’essenziale. Significa sminuire una componente spontanea e primitiva della nostra relazione con il suono e con la musica.
L’educatore può intervenire per curare che le condizioni di ascolto siano favorevoli, può preoccuparsi di “far notare”, ma soprattutto può prestare un orecchio attento alle esplorazioni dei bambini e dei ragazzi, cominciando dall’apprezzarle; anche perché i bambini e i ragazzi procedono nella loro ricerca e costruiscono un proprio gusto del suono, indipendentemente da noi e per poco che li si incoraggino. Ma nella loro esplorazione del suono e della musica, per naturale curiosità prima e per fascinazione poi, incontrano delle soglie da attraversare per passare dal piacere dell’ascolto del suono alla capacità personale di coglierne la forma e giudicarlo ‘bello’.
Gli educatori, pensiamo, dovrebbero aiutare i bambini e i ragazzi a superare queste soglie. Non è sufficiente promuovere attività nelle quali suonino, esplorino, producano e ascoltino concretamente musica. L’obiettivo è più ambizioso e complesso. Bambini e ragazzi hanno accesso a risorse infinite e, per certi versi, competenze superiori a quelle dei loro maestri. Nella relazione con i bambini e la musica vorremmo contribuire a creare contesti di ascolto che possano orientarsi tra bisogni e capacità primitive e nuove condotte musicali che si formano anche revocando i fondamenti stessi dell’educazione scolastica.
In quanto bipedi, ci sbilanciamo prima su un piede e poi sull’altro per avanzare: un piede ancorato nelle radici, un piede in avanti a comporre il passo su terreni nuovi. Franco Fabbri e Antonella Talamonti, ospiti della Tavola Rotonda che apre la giornata (ore 9.00-13.00) ci faranno partecipi dei reciproci campi di ricerca che si aggirano proprio intorno a questo procedere fra prima e ora, fra tecnologia e radici musicali, fra minimi e massimi tecnologici, di un background in continua evoluzione.
Antonella Talamonti verrà sollecitata a ragionare delle fonti e della matericità sensoriale dell’esperienza sonora, oltre che della manifestazione nella relazione sociale di queste esperienze, fra passato e presente dell’infanzia in particolare. La “generazione senza maestri” non può sottrarsi alla ricerca del proprio cromosoma culturale musicale riconciliandosi con la propria enciclopedia di suoni così e le proprie radici.
Franco Fabbri verrà invitato a dialogare sul tema della fruizione-produzione nella cultura pop e giovanile contemporanea, della dimensione della produzione e della ricezione mediata dalla tecnologia che sembra portare lontanissimo ma che in realtà ricompone l’evento artistico musicale alla dimensione che è sempre stata propria dell’infanzia e del musicista. Per ri-scoprire che il gesto del musicista, ieri e oggi, è più vicino a quello del bambino che a quello del falegname e che i bambini e la musica vivono nello stesso tempo.
Nel pomeriggio (ore 14.30-18.30) i seminari approfondiranno, ciascuno a suo modo, i temi messi sulla tavola.
La voce, il suono, la musica a cura di Lorenzo Tarducci, attraverso la metodologia Gordon, si concentrerà sulla cura dei contesti di ascolto da proporre ai bambini anche piccolissimi per evidenziare quali variabili d’ambiente si possono prendere in considerazione per migliorare la relazione fra spazio, ascolto, infanzia.
La scuola immerge i bambini nelle parole e nelle storie e allo stesso modo ha il compito esporli, fin da piccolissimi, ai suoni e alla musica. La cura del contesto di ascolto a partire dalla qualità dell’emissione e delle proposte di repertorio, possono restituire all’intervento educativo il proprio compito in ambito musicale.
Il canto dell’infanzia, a cura di Antonella Talamonti, si avventurerà nel complesso e multiculturale presente sociale indagando la voce come strumento possibile di relazione ed inclusione fra le persone. Un seminario breve, ma efficace a disposizione di tutti gli insegnanti per scoprire potenzialità e caratteristiche della propria voce e, attraverso esperienze di vocalità di gruppo, sviluppare la propria capacità di concentrazione, percezione e relazione con gli altri. La voce e il canto sono strumenti a disposizione di tutti per costruire l’inclusione: vanno scoperti, educati e curati senza timori.
Anche le pecore elettriche sognano di musica a cura di Franco Fabbri si spingerà più in là nell’indagine sulle ricerche musicali dei ragazzi, mediate dallo strumento tecnologico e profondamente connotate dal connubio ascolto/produzione. Cosa sentono oggi i bambini e i ragazzi e soprattutto come sentono? Inevitabile è rapportarsi con la tecnologia nelle loro mani e nel loro pensiero. Un seminario per fare breccia nella naturale diffidenza verso le culture giovanili e contemporanee, a volte troppo poco considerate e poco conosciute, ma tessuto culturale ed artistico con il quale la scuola deve confrontarsi.
Ascolti a manovella (Hyeronimus Kaplan dj set) a cura di Domenico Redavid e Belinda de Vito : un dj “a manovella” e una scenografa a cui piace ascoltare e far ascoltare la musica dei primi anni del novecento, che ricercano e raccolgono un suono, quello dei grammofoni e dei dischi in vinile, che hanno ragionato sul come quel suono, quella musica veniva ascoltata dalle persone e che ripropongono, evocandola, la medesima esperienza di ascolto. Un setting rigoroso e curato, i particolari dell’ambiente, degli abiti, della postura e della qualità del suono dimostrano in maniera concreta, e coinvolgente come le variabili ambientali, comprese e organizzate, cambiano la percezione della musica da parte dell’ascoltatore. Una esperienza che la scuola può fare sua, per curare con semplicità ma rigorosamente le proprie occasioni di ascolto musicale.
Etichette, per orientare la scelta fra i seminari:
La voce, il suono, la musica: primissima e prima infanzia, Music Learnig Theory, fare e ascoltare musica.
Il canto dell’infanzia: per tutti, ricerca musicale, voce, inclusione, canto
Anche le pecore elettriche sognano di musica: per tutti, culture giovani ascolto/produzione musicale, adolescenza, tecnologia.
Ascolti a manovella: per tutti, ricerca e recupero storico-musicale, preparazione di setting musicale, ascolto e riproduzione
Qualche suggerimento di ascolto e di lettura per entrare nel groove della giornata:
da ascoltare:
Stormy six, L’orchestra dei fischietti
Yoko Kanno, Cowboy bebop
Ryuichi Sakamoto, async
Fabi-Silvestri-Gazzè, Alzo le mani
Vangelis, Blade runner
da leggere:
W. Whitman, Leaves of Grass (Come closer to me)*
Fatevi più accosto a me,
spingetevi accosto miei amanti e prendete il meglio che possiedo,
più accosto cedete più accosto e datemi il meglio che possedete.
…
Contavi che il paesaggio prendesse sostanza e forma affinché lo si dipingesse in un quadro?
O gli uomini e le donne affinché se ne scrivesse e cantasse?
O la gravitazione e le grandi leggi e le armoniose combinazioni e i fluidi dell’aria in quanto argomenti per i sapienti?
O la bruna terra e l’azzurro mare per mappe e carte?
O le stelle per metterle in costellazioni e dar loro nomi fantasiosi?
O che i semi vegetassero per le tabelle agricole o per l’agricoltura stessa?
Antiche istituzioni… queste arti biblioteche leggende collezioni – e la pratica tramandata nei manufatti… daremo loro una stima così alta?
Stimeremmo così alta la nostra prudenza e i nostri affari? … non faccio obiezioni,
li stimo altissimamente… ma un bimbo nato da una donna e da un uomo lo stimo oltre ogni stima.
…
Vuoi cercare distante? Di certo tornerai infine,
nelle cose a te più note trovando il meglio o il suo equivalente,
nella gente a te più vicina trovando anche la più dolce e più forte e più affettuosa,
felicità non in un altro luogo, ma in questo… non per un’altr’ora, ma in questa,
uomo nel primo che vedi o tocchi… sempre nell’amico o fratello o vicino più prossimo… donna nella madre o amante o moglie,
e quant’altro fin qui conosciuto cedendo il passo a uomini e donne.
*Universale Economica Feltrinelli/Classici, a cura di Alessandro Ceni